mercoledì 24 novembre 2010

Emancipazioni

“Si dirama attraverso le donne. Se sono represse, lotta per farle risalire. Se le donne sono libere, lei è libera. Fortunatamente, se tante volte la obbligano a indietreggiare, altrettante balza di nuovo avanti. Se tante volte è interdetta, schiacciata, risospinta indietro, indebolita, torturata, gabellata per perniciosa, pazza, e seguono altri appellativi di discredito, lei emana secondo un movimento ascensionale nelle donne, sicché anche la più tranquilla, anche la più compressa delle donne conserva un posto per la Donna Selvaggia. Anche la più repressa delle donne ha una vita segreta, con pensieri segreti e sentimenti segreti che sono lussureggianti e selvaggi, ovvero naturali. Anche la più prigioniera delle donne custodisce il posto dell’io selvaggio, perché intuitivamente sa che un giorno ci sarà una feritoia, un’apertura, una possibilità, e vi si butterà per fuggire.”

Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi. Il mito della Donna Selvaggia


Quando si discute di emancipazione il nostro immaginario comune riporta alla mente, tra le altre cose, la figura del femminile e delle strenue battaglie vinte nel tempo per assicurarsi la parità con la sfera dell’altro sesso, il maschile. Una parità che peraltro non è stata ancora raggiunta.

Ma cosa dobbiamo intendere per emancipazione oggi?

La figura della donna deve essere liberata affinché possa non esser più:

*giudicata attraverso l’apparenza fisica
*oggetto da giudicare invece che soggetto giudicante
*discriminata sui luoghi di lavoro
*assente dai contesti lavorativi
*violentata, malmenata e buttata per la strada a prostituirsi
*insicura tra le mura domestiche
*insicura per la strada
*ridotta a corpo
*ridotta a silicone
*senza consapevolezza nel vestirsi
*bruciata, torturata, presa e a sassate, mutilata
*incapace di respingere avances inopportune
*moglie e madre devota o puttana
*ignorata, non considerata in quanto rappresentante della metà della popolazione
*incapace di combattente per i suoi sacrosanti diritti di essere umano
*incapace di non provare un senso di colpa dopo aver mangiato quello che le andava di mangiare
*imprigionata in un senso di inadeguatezza perenne

Ora proviamo a vedere come può essere liberato lo stereotipo della figura dell’uomo, affinché non sia più

*una persona in grado di giudicare la donna solo per il suo aspetto esteriore
*limitato nella capacità di riconoscere nell’altro sesso un’opportunità per il confronto
*discriminatorio per motivi che esulano dal contesto preso in esame
*presente nei contesti lavorativi solo perché in possesso di un pene
*cliente di prostitute gettate sulla strada dopo essere state violentate e malmenate
*padre, marito, zio, amico manesco, stupratore, assassino (in casa)
*sconosciuto stupratore, maniaco, assassino (per le strade)
*troglodita che sbava sul corpo di una donna
*troglodita che sbava sul silicone del corpo di una donna
*non abbastanza intelligente dal riconoscere alla donna la stessa libertà nel vestirsi
*non abbastanza umano per evitare di bruciare, torturare, prendere a sassate, mutilare una donna per presunti reati che se commessi da un uomo sono solo routine accettate
*marpione che in ogni occasione non può fare a meno di fare avances alle donne per cercare di valorizzare la sua virilità e celare il suo complesso di castrazione latente
*incapace di considerare la donna se non come moglie e madre devota alla famiglia, che lo serve e riverisce come un bambino viziato, o puttana da utilizzare e poi buttare come un fazzoletto usato e sporco
*incapace di confrontarsi con l’altra metà della popolazione, che è donna
*incapace di combattere per i sacrosanti diritti della donna in quanto essere umano
*incapace di evitare di montare modelli sessualizzati stereotipati e svilenti per entrambi i sessi
*imprigionato in un senso di inadeguatezza perenne


Ci sono molte donne che vogliono staccarsi dall’immaginario stereotipato della nostra società.
Ci sono alcuni uomini che vogliono staccarsi dall’immaginario stereotipato della nostra società.
Al giorno d’oggi non si può più parlare di femminismo, emancipazione femminile, questione femminile.
E’ sempre più urgente parlare di emancipazioni, affinché le sfere del femminile e del maschile possano sovrapporsi senza pregiudizi.
Affinché la donna non sia più incastrata nello stereotipo di compagna devota, mamma, bella ad ogni costo.
Affinché l’uomo non sia più incastrato nello stereotipo del macho senza sentimenti.
Per una società in cui la donna sia libera di essere lavoratrice, imprenditrice di se stessa, presente in tutti i contesti sociali e politici.
Per una società in cui un uomo possa essere libero di essere un po’ più papà, un po’ più casalingo, abbia la libertà di piangere se ne ha voglia, senza esserne schernito, non debba dimostrare ogni qualvolta la propria virilità per essere accettato.
Così come la donna non debba mostrare sempre la sua avvenenza fisica per essere accettata.

Credo che nessuno meglio di un uomo possa palesare questi sentimenti riassunti qui brevemente. Uomini, vogliamo sentire anche voi!
Uomini, donne, se vi sentite sminuiti, umiliati, sviliti dal modello di uomo e di donna proposto dalla nostra società, reagite!

Un messaggio sociale, nella speranza che la sessualità possa essere vissuta liberamente da ambo i sessi, in dilaettica tra femminile e maschile.

“Se le donne vogliono farsi davvero conoscere dagli uomini, devono indottrinarli nella conoscenza profonda. Alcune dicono di essere stanche, di aver già fatto fin troppo. Umilmente suggeriscono che forse hanno cercato di insegnare ad un uomo a cui non interessava affatto imparare. Per lo più gli uomini vogliono sapere, vogliono imparare. Quando un uomo mostra questa volontà, allora è tempo di rivelargli delle cose: perché un’altra anima chiede. Ecco alcune delle cose che gli renderanno più facile capire, e incontrare la donna a metà strada. […] Parimenti, la donna selvaggia privilegia il compagno che può essere suo pari.”

Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi. Il mito della Donna Selvaggia

3 commenti:

  1. "E’ sempre più urgente parlare di emancipazioni, affinché le sfere del femminile e del maschile possano sovrapporsi senza pregiudizi."
    Giustissimo, Alessia! Solo insieme, donne e uomini si può uscire da questa società sessista che di fatto opprime i temperamenti individuali imponendo stereotipi e vere e proprie ossessioni di genere, oltre che causare tante atrocità. Sembra inconcepibile che dopo tanto cammino dell'umanità verso un'idea di diritti umani inviolabili, si sia ancora così indietro in questa forma gravissima di discriminazione che è il sessismo, pari ai razzismi e ad ogni altra violazione della dignità della persona.

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  2. Ciao Valentina! Grazie della visita! Colgo l'occasione per dirti che sto seguendo il tuo lavoro e mi sembra che abbiamo un bisogno esagerato di consapevolezza, in questo momento più che mai. La prostituzione è un tema che mi interessa da tempo, una delle conseguenze atroci delle discriminazioni di genere. Ma hai spiegato benissimo il concetto nel post sul libro della Cacho! C'è necessità di informazione, sensibilizzazione, di svelare tutte le false verità del caso.
    Infine.. spero di trovare il tempo per sviluppare questo spazio e le collaborazioni in rete!

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  3. Mi fa piacere Alessia che tu sia interessata come me a questo tema. Trovo molto preoccupante che ci sia ancora grande confusione, tanti pregiudizi su questa questione, che pochi almeno qui in Italia capiscano che è in gioco un enorme giro di affari e il destino di tante ragazze e bambine/i dei paesi più svantaggiati. Anche quello che è stato detto da più parti in questi giorni sui fatti legati a Berlusconi dimostra la grande confusione e impreparazione che c'è su questi temi, anche da parte di persone sensibili alle questioni del femminile. Penso semplicemente che non possiamo più permetterci di tralasciare questi temi. Un bacio e a presto.

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